martedì 27 novembre 2012

Il 2000 visto dagli uomini del 1899

In En l'an 2000 gli artisti francesi Jean-Marc Côté e Villemard disegnarono a fine Ottocento quello che sarebbe accaduto nei nostri anni. Molte utopie visionarie sono state effettivamente realizzate. Altre, come le nozioni dei libri trasmesse direttamente nella testa degli allievi, sono troppo avanti anche per noi


UTOPIE REALIZZATE – Con spirito utopico che li avvicina a scrittori come George Orwell (1984) e H.G. Wells (La macchina del tempo), nella serie di cromolitografie En l’an 2000 i due tra il 1899 e il 1910 cercavano di disegnare il futuro vedendo cosa sarebbe accaduto cento anni dopo. Ecco quindi emergere città invase da velivoli monoposto invece che carrozze, protorobot armati di scopa pulire i pavimenti sotto lo sguardo languido di una damina e macchine automatiche che nutrono il pollame. La visione agropastorale dell’automa posto al centro dell’aia mal si concilia con l’orrore degli allevamenti industriali dei nostri anni ma ci sono anche visioni meno drammatiche. Basta prendere Correspondance Cinéma – Phono – Télégraphique (corrispondenza cine-fono-telegrafica) in cui un uomo parla in una sorta di telefono con l’immagine di una donna proiettata su uno schermo. È la nonna della chat video, uno strumento hi-tech che utilizziamo quotidianamente tramite smartphone o computer.


UTOPIE SUPERATE – Scavando nel ricco archivio iconografico conservato alla Biblioteca Nazionale di Francia, appaiono anche visioni ormai superate, che continuano questo scambio temporale tra passato e futuro, facendo apparire molto vecchio ciò che sembrava utopico. Esemplare è il treno elettrico Parigi-Pechino (Le train électrique Paris Pékin) con le sue ruote oblique. Per i due illustratori era roba dell’altro mondo, mentre per noi è un ricordo lontano: l’aereo ci ha permesso di coprire queste enormi distanze con maggiore comodità già da qualche decennio. Eppure la maggior parte delle invenzioni rimangono ancora un sogno anche per noi. Come la tramoggia che tritura libri e ne trasferisce le nozioni direttamente nella testa degli allievi tramite delle cuffie. Un utopia per tutti gli studenti, un incubo per gli insegnati.

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