domenica 30 settembre 2012

Democrazia-Blaise Pascal


Democrazia: non essendosi potuto fare in modo che quel che è giusto fosse forte, si è fatto in modo che quel che è forte fosse giusto.
Blaise Pascal

Parlaci della Casa-Kahlil Gibran

 
Allora si fece avanti un muratore e disse:
Parlaci della Casa.

E lui rispose dicendo:
Costruite con l'immaginazione una capanna nel deserto,
prima di costruire una casa entro le mura della città:

poiché come voi rincasate al crepuscolo,
altrettanto fa il nomade che è in voi, sempre esule e solo.
La casa è il vostro corpo più vasto.
Essa si espande nel sole e dorme nella quiete della notte,
e non è senza sogni.
Non sogna forse la vostra casa?
E sognando non abbandona la città per il bosco o la sommità della collina?

Vorrei riunire nella mia mano le vostre case,
e come il seminatore disperderle in prati e foreste.
Vorrei che le vostre strade fossero valli e verdi sentieri i vostri viali,
affinché potreste cercarvi l'un l'altro tra le vigne
e ritrovarvi con l'abito odoroso di terra.
Ma questo non può ancora accadere.
La paura dei vostri antenati vi ha radunati insieme,
troppo vicini.
E questa paura durerà ancora in voi.
E ancora le mura delle vostre città separeranno dai campi i vostri focolari.

Ditemi, popolo di Orfalese, che avete in queste case?
E che mai custodite dietro l'uscio sbarrato?
Pace? Il calmo impeto che rivela la forza?
Ricordi? L'arco di pallida luce che unisce le cime della mente?
Avete la bellezza che conduce il cuore
dagli oggetti creati nel legno e nella pietra alla montagna sacra?
Ditemi, avete questo nelle vostre case?
O avete solo benessere e l'avidità del benessere
che furtiva entra in casa come ospite per diventarne padrona e infine sovrana?

Sì, essa vi domina,
e con il rampino e la frusta riduce a fantocci le vostre aspirazioni più alte.
Benché abbia mani di seta,
il suo cuore è di ferro.
Vi addormenta cullandovi per stare vicina al vostro letto
e prendersi gioco della dignità della carne.
Schernisce i vostri sensi integri
e li depone nella bambagia come fragili vasi.
In verità, l'avidità del benessere uccide la passione dell'anima
e sogghigna alle sue esequie.

Ma voi, figli dell'aria, insonni nel sonno,
non sarete ingannati né domati.
La vostra casa non sarà l'ancora,
ma l'albero della nave.
Non sarà il velo lucente che ricopre la ferita,
ma la palpebra a difesa dell'occhio.
Non ripiegherete le ali per attraversare le porte,
non chinerete la testa per non urtare la volta,
non tratterrete il respiro per paura che le mura si incrinino e crollino.
Non dimorerete in sepolcri edificati dai morti per i vivi.
E sebbene magnifica e splendida,
la vostra casa non custodirà il vostro segreto
né darà riparo alle vostre brame.
Poiché ciò che in voi è sconfinato risiede nella dimora del cielo,
la cui porta è bruma mattutina e le finestre sono canti di quiete notturna.

Kahlil Gibran

venerdì 28 settembre 2012

Che strana meccanica ha la mente umana


Che strana meccanica ha la mente umana. Possiede un dispositivo difettoso e difficile da individuare per ripararlo: la valvola che di fronte all'evidenza dovrebbe spegnere l'illusione.
Katia Guido

abbandonare le cose superflue-Paulo Coelho


Dopo aver abbandonato tutte le cose superflue, l’uomo può finalmente impadronirsi dell’eleganza. È così che scopre la semplicità e conosce la vera concentrazione: quanto più semplice e sobria sarà la sua figura, tanto più bello e interessante apparirà agli occhi degli altri.
Il Manoscritto Ritrovato ad Accra, Paulo Coelho

giovedì 27 settembre 2012

La terra non appartiene all'uomo


La terra non appartiene all'uomo, e' l'uomo che appartiene alla terra e tutte le cose sono collegate
come il sangue di una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra,capita anche ai figli della terra,

quindi non e' stato l'uomo a tesserela tela della vita, egli ne e' soltanto un filo.
Qualunque cosa faccia alla tela la fa a se.
(Capo indiano Sioux Caprido Zoppo)

Gli alberi sono liriche -Kahlil Gibran


Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo. Noi li abbattiamo e li trasformiamo in carta per potervi registrare, invece, la nostra vuotaggine.

Kahlil Gibran, Sabbia e spuma, 1926

mercoledì 26 settembre 2012

La solitudine-Manuale del perfetto Single


La vera, devastante solitudine non è di chi è solo da solo con se stesso, ma di chi è in due e dispera di poter essere di nuovo solo da solo.
Aldo Busi, Manuale del perfetto Single, 2002

martedì 25 settembre 2012

L'uomo che vive in gabbie di cemento


Le innaturali concentrazioni metropolitane non colmano alcun vuoto, anzi lo accentuano. L'uomo che vive in gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine.

Eugenio Montale, Trentadue variazioni, 1973

La vera moralità -Mohandas Gandhi


La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente.
Mohandas Gandhi

lunedì 24 settembre 2012

La vita ha un senso?


Perché ? E a che scopo?
Io penso che dobbiamo parlare insieme di qualcosa di fondamentale importanza, qualcosa di cui ogni essere umano dovrebbe occuparsi perché riguarda la nostra vita, la nostra attività quotidiana, il modo in cui noi sprechiamo i giorni e gli anni delle nostra vita.Perchè?E a che scopo?
Noi nasciamo e moriamo, e in questi anni di dolore e di angoscia, di gioia e di piacere, si perpetuano l'eterna battaglia e l'eterno sforzo di andare in ufficio o in fabbrica per quaranta o cinquant'anni, di cercare di dare la scalata al successo, di accumulare denaro, piacere, esperienza, conoscenze; e alla fine, la morte. Alcuni scienziati dicono che l'uomo progredisce grazie alla conoscenza. È proprio così?
Noi sappiamo un'infinità di cose su molti argomenti - biologia, archeologia, storia e così via - ma non sembra che questa conoscenza abbia modificato l'uomo in maniera radicale, profonda. Non fanno che perpetrarsi il conflitto, la lotta, il dolore, il piacere, l'eterna battaglia di sempre per l'esistenza.
Poiché noi vediamo che tutto ciò continua ad accadere in ogni paese e a ogni latitudine, di che cosa si tratta? È molto facile rispondere con una spiegazione emotiva, romantica, nevrotica, oppure intellettuale o razionale.
Ma se voi mettete da parte tutte queste cose che, per quanto intellettuali dimostrano tutte una certa superficialità, io penso che si tratti di una domanda molto importante. È importante porsela ed è importante trovare una risposta personale senza lasciarsi condizionare da un prete, da un guru o da un qualsiasi concetto filosofico, senza affermare niente, senza credere in niente, senza coltivare alcun ideale, ma soltanto una profonda osservazione. In caso contrario, la nostra sarà una vita fatta di automatismi. Il nostro cervello si è abituato a un modo di vivere mecca­nico; ora, una parte del cervello deve essere necessariamente meccanica, per quanto riguarda l'acquisizione della conoscenza e nell'uso ingegnoso di questa conoscenza in ogni circostanza della vita, in ogni azione ester­na, e da un punto di vista tecnologico.
Ma la conoscenza che abbiamo acquisito - e di conoscenza possiamo accumularne sempre di più - non risponde alla domanda fondamentale: qual è il significato, in che cosa consiste la profondità della nostra vita?
Noi vediamo bene che tutta l'umanità deve creare un'unità, perché soltanto così la razza umana sopravviverà fisicamente e biologicamente.
Non saranno certo i politici a risolvere questo problema, non l'hanno mai fatto! Al contrario, manterranno le separazioni: da ciò traggono grandi vantaggi. L'umanità deve unirsi, è un fatto fondamentale per la sua esistenza, che tuttavia non può accadere attraverso regole, dogmi burocratici, leggi e cose del genere. Quando dunque noi osserviamo tutto ciò dal nostro punto di vista di esseri umani che vivono nel caos di un mondo praticamente impazzito - la vendita di armamenti per profitto, l'uccisione di persone in nome di un'idea, di una nazione, di un dio -che cosa dobbiamo fare? E a che scopo tutto ciò?
Le religioni hanno cercato di dare un senso alla vita: parlo delle reli­gioni istituzionalizzate, propagandistiche, ritualistiche. Ma nonostante i duemila o i diecimila anni di vita, l'uomo ha semplicemente affermato certi principi, certi ideali, certe deduzioni, ma lo ha sempre fatto a paro­le, sempre in maniera superficiale e irrealistica. Perciò, se siamo seri - e dobbiamo esserlo, altrimenti non viviamo in maniera reale, il che signi­fica che non sorridiamo o non ridiamo mai - seri nel senso di un impe­gno totale rispetto al problema globale dell'esistenza, penso diventi molto importante scoprire un senso personale della vita. Quando dunque ci chiediamo qual è il senso globale della vita, ci troviamo di fronte al fatto che il nostro cervello è prigioniero in un solco, in un'abitudine, in una tradizione, nel condizionamento dell'educazione ricevuta, coltiva soltanto conoscenza, informazioni e funziona così in maniera sempre più meccanica. Brockwood Park, 5/9/1976 (Tratto da "Andare incontro alla vita")( Fine della prima parte)
Jiddu Krishnamurti

venerdì 21 settembre 2012

giovedì 20 settembre 2012

Non distruggere mai la vita


Che cos'è la condotta virtuosa? Non distruggere mai la vita, poiché l'uccisione conduce ad ogni altro peccato. Di tutte le virtù sommate dagli antichi saggi, le principali sono condividere il cibo e proteggere tutte le creature viventi.
- Saggezza vedica - Tirukkural 33: 321-322

La creatività


La creatività non ha nulla a che fare con i risultati che una tecnica consente di raggiungere. Potete raggiungere la perfezione nel suonare il pianoforte e tuttavia non essere creativi. Potete suonare meravigliosamente il pianoforte e tutta
via non essere musicisti. Potete essere molto abili a trattare i colori e a disporli su una tela con grande accortezza, pur non essendo veri pittori. Potete dipingere un volto o scolpire una statua perché tecnicamente avete imparato come si fa, e tuttavia in voi può non esserci alcuna creatività.
La creatività viene prima di qualsiasi tecnica: e proprio perché non sappiamo che cosa sia la creatività, viviamo miseramente. Sappiamo costruire una casa, costruire un ponte, assemblare un motore; abbiamo prodotto vari sistemi educativi con i quali alleviamo i nostri figli; conosciamo bene queste tecniche, ma il nostro cuore e la nostra mente sono vuoti. Siamo macchine straordinarie. Sappiamo funzionare in maniera meravigliosa, ma siamo incapaci di amare qualcosa che è vivo. Nonostante possiate diventare bravi ingegneri, abili pianisti o possiate essere capaci di scrivere in bello stile, in inglese, in marathi o in un’altra lingua, nessuna tecnica vi consentirà mai di scoprire la creatività. Se avete qualcosa da dire creerete il vostro stile per dirlo; ma se non avete nulla da dire, anche se sarete capaci di usare uno stile meraviglioso, quello che scriverete sarà solo una ripetizione, un ripetere con parole diverse un vecchio discorso.
JIDDU KRISHNAMURTI

mercoledì 19 settembre 2012

La carne degli angeli-Alda Merini


Del tutto ignari della nostra esistenza voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti, e delle nostre squallide ferite voi fate un balsamo per le labbra di Dio. Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli, né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio, ma c'è una linea di infelicità come di un uragano che separa noi dalla vostra siepe. Voi entrate nell'uragano dell'universo come coloro che si gettano nell'inferno e trovano il tremolo sospiro di chi sta per morire e di chi sta per nascere.
Alda Merini, da "La carne degli angeli"

martedì 18 settembre 2012

Noi esseri umani

Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza,
può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare.
I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito,
ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo.
Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti.
Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano.
Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere.
Esso richiede l’attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo,
gli permette di vivere come in una grande avventura.

Paulo Coelho, da “Brida”

sabato 15 settembre 2012

Il tempo

La grandezza, di un uomo o di un popolo, non è colorita, sonora, applaudibile, rapida: è una cosa intensa, lenta; si nutre di silenzio e di tempo.
Massimo Bontempelli, Il Bianco e il Nero, 1987

giovedì 13 settembre 2012

Preghiera di uno che si è perso


Preghiera di uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me. Signore Buon Dio, abbiate pazienza, sono di nuovo io.
Dunque, qui le cose vanno bene, chi più chi meno, ci si arrangia, in pratica, si trova poi sempre il modo di cavarsela, voi mi capite, insomma, il problema non è questo.
Il problema sarebbe un altro, se avete la pazienza di ascoltarmi. Il problema è questa strada, bella strada questa che corre e scorre e soccorre, ma non corre diritta, come potrebbe e nemmeno storta come saprebbe, no. Curiosamente si disfa.

vita quotidiana


Ciò che l’uomo ha fatto all’uomo non ha limiti. Lo ha torturato, lo ha bruciato, ucciso, lo ha sfruttato in ogni modo possibile – religioso, politico, economico... Lo sfruttamento di un altro – uomo o donna – sembra il 
sistema della nostravita quotidiana. Ci usiamo l’un l’altro, e ciascuno accetta questa consuetudine. Da questo rapporto particolare ha origine la dipendenza con tutte le sue sofferenze, confusioni, e l’angoscia che le è connessa. L’uomo è stato sia interiormente sia esteriormente sleale verso se stesso e gli altri; e come vi può essere amore in queste circostanze?
J. Krishnamurti
Lettere alle scuole

mercoledì 12 settembre 2012

Le comunità virtuali non costruiscono nulla


Le comunità virtuali non costruiscono nulla. Non ti resta niente in mano. Gli uomini sono animali fatti per danzare. Quant'è bello alzarsi, uscire di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti.
Kurt Vonnegut, Un uomo senza patria, 2005

venerdì 7 settembre 2012

La Fortuna

Non aspettare che il vento gonfi la vela della tua fortuna. Soffiaci dentro te.
Ugo Ojetti, Sessanta, 1937

mercoledì 5 settembre 2012

L'ansia


L'ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l'irreale.

Charlotte Joko Beck

martedì 4 settembre 2012

Natura


Se si concede alla natura nulla di più dello stretto indispensabile, la vita dell'uomo vale meno di quella di una bestia. William Shakespeare

Il sapere dell'uomo...


Nessuno capisce che il grado del sapere d'un uomo è una funzione del grado del suo essere.
Quando il sapere surclassa eccessivamente l'essere, diviene teorico, astratto... può diventare addirittura nocivo, perché, invece di servire la vita
e di aiutare la gente nella lotta contro le difficoltà, un sapere di questo tipo comincia a spiegare tutto: perciò può arrecare soltanto difficoltà nuove, nuovi guai e calamità d'ogni genere che prima non esistevano.

George Ivanovitch Gurdjieff

concentrazioni metropolitane


Le innaturali concentrazioni metropolitane non colmano alcun vuoto, anzi lo accentuano. L'uomo che vive in gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine.

Eugenio Montale

lunedì 3 settembre 2012

l'apparenza


Tutti giudicano secondo l'apparenza, nessuno secondo la sostanza.

Friedrich Schiller, Maria Stuart, 1800

Menti che si interrogano


“Esistono menti che si interrogano, che desiderano la verità del cuore, la cercano, si sforzano di risolvere i problemi generati dalla vita, cercano di penetrare l’essenza delle cose e dei fenomeni, e di penetrare in loro stesse. Se un uomo ragiona e pensa bene, non ha importanza quale cammino egli segua per risolvere questi problemi, deve inevitabilmente ritornare a se stesso, ed incominciare dalla soluzione del problema di che cosa egli stesso sia e di quale sia il suo posto nel mondo attorno a lui.”
George Ivanovitch Gurdjeff

Umanità


Se tutti gli uomini avessero la possibilità di uccidere clandestinamente e a distanza, l'umanità sparirebbe in qualche minuto.

Milan Kundera, Il valzer degli addii, 1973